3 beauty trend a cui ispirarsi

Nuove concezioni del packaging, nuove soluzioni per un mercato etico che non può rinunciare alla sua immagine che sia minimal ma anche di lusso.

Il packaging nasce come strumento per contenere e proteggere le merci da spedire o trasportare, ha subìto evoluzioni notevoli fino ad arrivare ai giorni nostri. Incartando una saponetta in maniera più elegante per differenziare un dono da un oggetto di uso quotidiano, si è ampliato il suo significato e ragion d'essere: non solo funzionale ma soprattutto comunicativo.
Iconico, semplice, di lusso, da collezione, è diventato l'espressione artistica e creativa del prodotto stesso soprattutto nel settore beauty.

Progettare oggi un imballo significa idearlo già per il suo ciclo di fine vita: smaltimento, riciclabilità, compostaggio o recupero energetico.
Vi state immaginando tutto in carta o plastica riciclata, con colori piatti e senza personalità? Direi che ci sono alternative che anche i brand di lusso hanno adottato creando ottimi compromessi tra l'estetica e la funzione.

1. Refillable beauty
Rossetti e ombretti diventano ricaricabili, niente più usa e getta: una parte della confezione resta e solo una parte si sostituisce.
Puoi comporre la tua palette personalizzata all'interno del cofanetto e cambi solo il necessario quando si esaurisce il prodotto o hai voglia di colori diversi.
Anche sul fronte creme e profumi sono proprio i brand di lusso come Dior e Mugler che utilizzano questa soluzione senza perdere di qualità ma consapevoli che i loro packaging sono spesso difficilmente disassemblabili. Considerando la progettazione e lo studio per il design ricercato e unico di vasetti e bottigliette, l'investimento iniziale è salvo.

Biotherm ha creato Plankton Elixir Blue Fountain per una esperienza sul punto vendita (per ora al El Corte Inglés di Madrid): una fonte installata nello store permette di rigenerare il prodotto a tre fasi: pulisci, ricarica e personalizza. L'idea è innovativa e in fase di test per capire il gradimento e la fedeltà del consumatore.

Hanno la doppia funzione e sono dei veri gioielli con forme e design studiati per essere indossati quasi dimenticandosi che sono contenitori, le soluzioni che Essentia Beauty ha sviluppato per un utilizzo duraturo del packaging.

2. Vegetale o interamente riciclabile
Le plastiche cambiano la loro composizione per essere facilmente smaltite, riciclate o compostabili e diventano vegetali: interamente compostabili provenienti da alghe, funghi, patata, canna da zucchero, amido, canapa e scarti vegetali come hanno scelto di fare Eslabondexx e Erbolario.

Un'esempio è il packaging di Chanel con Sulapack, ottenuto dagli scarti del legno, ha una durata di tre anni ma nel compost si scioglie in 21 giorni. Ci ha creduto così tanto da acquisire delle quote di questa start-up finlandese. 

Che si tratti di bioplastica a base di cellulosa o di proteine, la scelta dei grandi brand è di consapevolezza e sono disposti ad arrivare a dei compromessi anche importanti senza perdere la loro allure e avendo come unico obiettivo l'essere green.
Un'altra soluzione è il R-PET derivato dal riciclo di bottiglie di plastica post consumo. L'importante è scegliere la materia prima che non penalizzi la formulazione del prodotto.
Questo è un argomento molto vasto e vario per cui vale la pena fare ricerche e sperimentazioni.

Soluzioni più semplici sono l'impiego di alluminio o vetro che sono disassemblabili e completamente riciclabili a fine vita del prodotto. L'alluminio riciclato è ampiamente utilizzato per i prodotti solari, hair care e body care. Può essere riciclato al 100% e riutilizzato all'infinito, per ottenere nuovo materiale da reinmettere nei processi produttivi.
Anche il vetro ha le stesse proprietà e può essere riciclato al 100% senza alcuna perdita di materia.

3. Nudi o minimal

Sempre più diffusi sono i cosmetici naked cioè nudi e privi di confezione, funzionano molto bene solo nei negozi monomarca dove è impossibile confondere il produttore, come Lush insegna.

Con un timido approccio e da tempo sul mercato gli shampoo e saponi solidi, ci hanno dimostrato alti livelli di sostenibilità e packaging ridotto al minimo. Hanno conquistato i consumatori più pratici e i minimalisti alla ricerca della sostanza più che l'apparenza e che danno importanza al prodotto e ai suoi valori.

I così detti Indie beauty: piccole marche indipendenti e di qualità, stanno cambiando il settore cosmetico con prodotti di origine naturale abbinati al soluzioni di confezionamento minimal ma ricercati. Giocano sicuramente a loro favore la cura e la personalizzazione del packaging che spesso impone elevate tirature mentre per queste realtà in espansione, i conti sono fatti su numeri ridotti rispetto ai grandi brand.

L’esperienza sensoriale e l’esigenza di differeniarsi nel settore sono due leve importanti per rispondere in maniera precisa al consumatore che viene monitorato anche attraverso i social e esprime i suoi desideri stimolando il mercato. Pensiamo ai packaging inclusivi che permettono agli ipovedenti di poter interagire con la confezione.

Il consumatore desidera ritrovare il proprio modo di essere e di comunicare anche attraverso la creazione dell’oggetto con cui verrà in contatto: il prodotto e la sua confezione non vengono percepiti più come due entità differenti, ma componenti di un unico messaggio. Sa che ormai è anche una sua responsabilità destinarlo in modo corretto e consapevole per lo smaltimento e le aziende produttrici hanno a disposizione tanti strumenti per lavorare a questo progetto comune per il bene di tutti.

Al produttore viene chiesta coerenza e innovazione e di accompagnare il consumatore verso cambiamenti e nuove abitudini d’uso: una tendenza che trova sicuramente grande approvazione rispetto al passato.

La parola d'ordine è attenzione: valutare i numerosi aspetti normativi, trovare soluzioni per valorizare e proporre il prodotto al mercato e arrivare al cuore del pubblico.

State pensando a dei nuovi prodotti? Avete un'idea di come renderli unici ma non sapete come dar loro vita?… Parliamone!